le lavagne ai tempi dei tablet

anche se sono contrario a questa nuova frontiera, a questo nuovo metodo di istruzione, riconosco che può essere (in)utile, perchè un libro resterà per sempre un libro; un gesso resterà per sempre un gesso; e un computer è un computer, e tale sarà in saecula saeculorum. e per me sono due mondi, che a volte si incontrano, ma restano pur sempre due mondi.

ma le domande sorgono spontanee: prima di portare i tablet nelle aule, perchè non portare le aule? perchè non portare i banchi e le sedie? perchè non portare il sapone, la carta (igienica) o il gesso? perchè non sistemare i conti con le mense pubbliche e gli alloggi?

e il colmo è che si mettono i pc (et similia) in classe per risparmiare sulla carta: ma se carta non ce n’è? come si può riasparmiare su una cosa che manca? e dicono anche che è un modo per portare il futuro nella nostra nazione. e su quest’altra battuta mi viene da ridere (o da piangere, ancora una volta è questione di punti di vista): vogliono portare il futuro, ma ancora non hanno potenziato la banda internet, non c’è il wi-fi pubblico comunale, il digitale non funziona e la gente perde lavoro ad un ritmo allucinante (per non parlare di quelli che non lo hanno ancora, o di quelli che si sbattono in giro per l’italia, o di quelli che ancora non possono andare in pensione,o di chi studia senza sapere che fine farà, o di chi è lontano dalla famiglia e chi più ne ha più ne metta!). alla faccia del futuro!in attesa di questa nuova generazione, facciamo un possibile resoconto: i miei fratelli, i miei cugini, i miei figli saranno tecnlogicamente avanzati, ma stipati in aule piccolissime e con 30 compagnetti, non potranno pulirsi i culi, non potranno mangiare a scuola e non potranno sporcarsi con la spugna delle lavagne (ah, già, le lavagne… quelle fatte di lavagna non ci sono più da un pezzo, ora esistono quelle nuove… com’è che si chiamano? magnetiche? bhè, io non le conosco. appartengo ad un’altra generazione: in facoltà ho ancora i banchi degli anni 80 -rotti, sporchi e che non rispecchiano le norme di sicurezza- e la classica lavagna nera, senza i gessetti però). e non avranno insegnanti. e non avranno posti in cui poter usare ‘sti benedetti (o maledetti, per l’ennesima volta, punti di vista) tablet. però avranno internet in classe, pagato col mio contributo, aumentato (naturalmente), del DIRITTO regionale allo studio (diritto? esiste ancora nel vocabolario? la crusca lo tiene ancora in auge?).

però i tablet saranno utili: dallo schermo, le nuove generazioni di studenti potranno vedere che vita da cani era l’istruzione ai tempi dei loro fratelli, dei loro zii, dei loro padri quando per andare all’università, o iscriversi al primo anno di liceo, ci volevano un botto di soldi. soldi di cui la gente ha scordato il “profumo”. con la scusa che era un nostro DIRITTO, quello allo studio e quello del futuro!